mercoledì 24 febbraio 2016

Funere mersit acerbo

TESTO
  1. O tu che dormi là su la fiorita
  2. collina tosca, e ti sta il padre a canto;
  3. non hai tra l'erbe del sepolcro udita 
  4. pur ora una gentil voce di pianto?
  5. È il fanciulletto mio, che a la romita
  6. tua porta batte: ei che nel grande e santo
  7. nome te rinnovava, anch'ei la vita
  8. fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
  9. Ahi no! giocava per le pinte aiole,
  10. arriso pur di vision leggiadre
  11. l'ombra l'avvolse, ed a le fredde e sole
  12. vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l'adre
  13. sedi accoglilo tu, chè al dolce sole
  14. ei volge il capo ed a chiamar la madre.
PARAFRASI

O tu = si riferisce al fratello Dante, sepolto nel piccolo cimitero di Santa Maria a Monte in Valdarno, accanto al padre. 
pur ora = poco fa. 
gentil...pianto = l'infantile voce rotta dal pianto. 
romita tua porta = la porta solitaria della tua tomba. 
ei...rinnovata = egli (il bambino) portando lo stesso illustre e sacro (per i poeti) nome del fratello, ne continuava l'esistenza, [perpetuandone il ricordo]; a te...tanto = a te fu tanto angosciosa (da spingerti a rifiutarla).
Ahi no! = brusca correzione causata dal ricordo della felicità del bambino; pinte = variopinte di fiori; arriso...leggiadre = allietato ancora (pur) da gioiose fantasie infantili. 
fredde...rive =  la riva è quella di Acheronte, il fiume che scorre nel regno dei morti. 
adre = latinismo - buie, tenebrose.

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